Di nuovo salve, Gecolettori.

“Di nuovo” perché mi sono già presentato QUI.

“Salve” perché sono un rettile educato.

“Gecolettori” perché io sono un Geco e voi i miei lettori.

Come già sapete la mia specialità sono i reportage sugli esseri viventi e dopo lungo tempo passato a decidere con quale animale iniziare i miei articoli, ho infine deciso di auto-presentarmi. Non pensate male, non lo faccio per vanità o per gEgocentrismo, bensì per educazione. Una volta scoperta qualcosina in più sui gechi mi leggerete più volentieri le prossime volte. Spero.

Orsù, bando alle ciance! Superati i primi imbarazzi, vi parlo di me e degli appartenenti alla mia famiglia, i Gekkonidae, per gli amici anche detti:

GECHI

Biologia:

setole del gecoI Gechi sono animali a sangue freddo, come tutti i Rettili, e sono caratterizzati dalla capacità di arrampicarsi su qualsiasi superficie. Tale abilità è dovuta alla particolare struttura delle loro zampe, a lungo studiate dagli scienziati. I risultati degli studi effettuati sul mio cugino asiatico Gekko gecko, hanno dimostrato che ogni zampa di questo simpatico animaletto è dotata in media di mezzo milione di setole sottilissime, circa 100 volte più sottili di un capello umano; e a proposito di capelli, considerate che una persona ne ha in media 100.000. Ciò vuol dire che un geco ha molte più setole sulle sue quattro zampe che una persona capelli in testa (circa 20 volte in più). Mica male!

Inoltre ciascuna di queste setole all’estremità si presenta “sfrangiata” in tante (dalle 400 alle 1000) sottilissime ramificazioni chiamate spatule. Questo sistema di setole e spatule permette la formazione, a livello molecolare, di milioni di interazioni elettriche tra la zampa e la superficie d’appoggio producendo un’adesione perfetta! Così perfetta che, a parte il teflon (il materiale utilizzato per rivestire le padelle), non c’è superficie liscia che tenga per un geco. Per noi non vale quindi il detto “arrampicarsi sugli specchi”, siamo perfettamente in grado.

“E come fate a staccare le zampe?” direte voi.

Il trucco sta nello… srotolare la zampa, non nell’alzarla. In questo modo si modifica l’angolo tra le setole e la superficie e piano piano si rompono tutte le interazioni elettriche che si erano formate nella fase di adesione. Facciamo un po’ lo stesso movimento che fate voi quando dovete aprire la chiusura a strappo delle scarpe da ginnastica, facile no?

I nostri piccoli per venire al mondo devono rompere il guscio calcareo delle uova che mamma geco depone diverse volte all’anno a gruppetti di 2-3. Sono necessari diversi mesi affinché le uova si schiudano e in alcuni casi il sesso dei piccoli è stabilito dalla temperatura ambientale. Visto che stiamo parlando di riproduzione non posso non farvi presente che in certe specie le femmine sono in grado di riprodursi da sole, senza bisogno dell’intervento del maschio, dando alla luce tanti piccoli cloni di se stesse. In questo modo si riproducono molto più velocemente.

Voi lettrici è inutile che malignate con “come sarebbe bello se anche noi potessimo fare così, un mondo senza maschi”! Lo so che state sghignazzando, non ci provate. Anche noi maschi valiamo qualcosa. Ad esempio è merito nostro se i gechi si chiamano così.

Difatti nel periodo degli amori sono i maschietti a emettere dei versi squillanti (non è mica da tutti, nei Rettili. Ci hanno fatto addirittura una canzone sul mio parente coccodrillo che se ne sta sempre zitto!). Il verso in questione assomiglia a un GEEE-kkkkooooo. sentire per credere!

http://www.youtube.com/watch?v=dR9tn0yNqQo&feature=related

C’è chi dice che al mondo esistono circa 700 specie di geco, chi invece sostiene che ce ne siano più di 1100, una cosa è certa: siamo parecchi! Di queste tante specie, in Italia ne vivono solamene 4:

gechi: specie presenti in Italia

specie presenti in Italia: (in senso orario, dall'alto in basso) geco dei muri (Tarentula mauritanica), geco verrucoso (Hemidactylus tucicus), il tarantolino (Euleptes europaea), geco di Kotschy (Mediodactylus kotschyii)

Ecologia:

La maggior parte delle specie di geco si trova in Paesi tropicali e molto caldi, ma siamo diffusi anche nelle regioni temperate (per questo ci potete trovare anche qui in Italia) e possiamo vivere dagli ambienti desertici alle foreste tropicali, dal livello del mare fino ad alta quota. Insomma siamo piuttosto adattabili!

Noi gechi possiamo avere sia abitudini diurne che notturne. I gechi diurni, che vivono e cacciano di giorno, sono vivacemente colorati. I notturni hanno invece colori più tenui, decisamente mimetici, in modo da passare inosservati quando riposano durante il giorno. Il mimetismo è un modo in cui io e numerosi altri membri della mia famiglia ci difendiamo, cercando di sfuggire ai potenziali predatori.

C’è da dire che tra i gechi mimetici svettano dei veri e propri campioni, come il mio parente “Geco coda a foglia” che per non essere disturbato mentre dorme si appiattisce sulle cortecce degli alberi e assume la stessa colorazione dell’ambiente circostante, provate a trovarlo nella foto qui sotto!

geco coda a foglia

geco coda a foglia

Oltre al mimetismo, come forma di protezione, alcuni di noi sono in grado di staccarsi volontariamente la coda, che una volta separata dal corpo continua a muoversi per distrarre il predatore. Ma state tranquilli perché basta un po’ di pazienza e la coda ricrescerà tornando come nuova!

I gechi sono dei predatori, principalmente di insetti. Le specie di dimensioni maggiori tuttavia possono cacciare anche micromammiferi (specialmente roditori), piccoli rettili e uccelli. Almeno che io sappia non esistono predatori specializzati nella nostra cattura (se ne conoscete qualcuno segnalatemelo nei commenti per favore!), ma abbiamo comunque una vasta gamma di potenziali “pappatori” come gatti, uccelli, serpenti e grandi invertebrati.

Molte specie si sono perfettamente adattate alla presenza dell’uomo e non è raro trovarci sui muri delle grandi città, vicino ai lampioni intorno ai quali attendiamo l’arrivo di qualche gustosa falena (mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci!).

Come sapere se la vostra casa è abitata anche da qualche geco? Basta osservare sul balcone se c’è qualche cacchetta con la punta bianca: questo è tipico di numerosi rettili che, per risparmiare liquidi, producono delle urine estremamente concentrate di acido urico (cioè la puntina bianca) che vengono espulse insieme alle feci (cioè la cacca!)

Chissà che non vi mangi qualche insetto molesto, per di più gratis!  E non abbiate paura, nonostante qualche diceria, siamo animali innocui e non velenosi (oltre che simpaticissimi, modestamente).

 

Curiosità:

–      I gechi non hanno palpebre, ma solo una membrana trasparente per proteggere gli occhi, che puliscono periodicamente con la lunga lingua.

–      il geckel, che prende il nome proprio da noi, è una colla eccezionale basata sullo stesso principio delle nostre zampe. Può essere sfruttata per numerosi scopi, compresi quelli medici (ad esempio per i cerotti). La sua struttura permette di usarla tantissime volte senza che perda la capacità adesiva ed ovviamente è resistente all’acqua. Pensate che bello non dovervi più preoccupare che un cerotto scivoli via mentre vi lavate le mani!

–       Sono stati visti dei gechi con delle code a tre punte, risultato di qualche ferita rimarginata in maniera anomala.

–      Il geco va molto di moda come ciondolo o tatuaggio. Alcuni dicono perché siamo simbolo di amicizia (dato il nostro speciale “attaccamento”), altri dicono che siamo dei portafortuna, altri ancora affermano che siamo il simbolo della rigenerazione e dello spirito di sopravvivenza. I miei preferiti però sono alcuni aborigeni che ci ritengono dotati di poteri soprannaturali e pensano addirittura che il geco sia un animale psicopompo, cioè in grado di scortare i morti nell’aldilà. La verità ovviamente è che siamo così popolari perché siamo bellissimi. Specialmente io.

Un gecosaluto a tutti.

Dato che mi sto per pulire gli occhi dopo tanto scrivere, ci aggiungo anche una slinguazzata.

 

La parola brutta del mese

Autotomia: è la capacità di perdere una parte del proprio corpo volontariamente. Proprio come la coda dei gechi.