Strano, inquietante, romantico, cupo, a tratti prevedibile, a tratti assolutamente imprevedibile, quest’opera di Giuseppe Tornatore è una pennellata d’autore.

Lo è perchè offre allo spettatore molti momenti emozionanti e una complessa panoramica sugli stati d’animo dei due personaggi principali: Virgil Oldman, interpretato da uno straordinario Geoffrey Rush, e Claire, interpretata da Sylvia Hoeks. Ed anche perché non è facile realizzare un film così particolare in un paese in cui la poca originalità regna sovrana.

Il film racconta la storia di Virgil, affermato professionista del mondo delle case d’asta, a disagio con il lato affettivo della vita, abituato com’è a vivere in solitudine e seguendo routine consolidate prive di forti emozioni. Tutto cambierà nel suo distaccato modo di vivere quando incontrerà una ricca ereditiera di nome Claire…

Del film è piaciuta anche l’ambientazione -i luoghi delle riprese sono: Milano, Vienna, Roma, Bolzano, Parma, Merano, Trieste e Praga- mentre poco incisiva è sembrata la colonna sonora.

Tornatore ha coraggio, ed il coraggio a volte può portare a commettere errori. A lui, per fortuna, è stato d’aiuto nel dirigere grandi pellicole come “Nuovo cinema Paradiso” (premio Oscar come miglior film straniero nel 1989) e “La leggenda del pianista sull’oceano“.

Quanti film italiani degli ultimi venti anni sono stati ambientati nel mondo dell’arte? Eppure l’Italia ha il più grande patrimonio artistico del mondo……

Attualmente il regista siciliano sta preparando il progetto più ambizioso della sua vita: “Leningrad“. E’ la storia dell’assedio da parte dei nazisti, durante la seconda guerra mondiale, alla città di Leningrado. Se non fosse morto prematuramente lo avrebbe girato Sergio Leone….

Il regista siciliano avrà a disposizione un budget di 100 milioni di euro e forse Al Pacino, per fare quello che ha sempre sognato.

 

Giudizio complessivo: 7.5