Premessa: non è necessario avere visto la serie televisiva per apprezzare il film, però aiuta. Da un po’ di anni, prima negli Stati Uniti e poi da noi, o si fanno serie tv tratte da film famosi o di successo (“Saranno famosi” in America, “Non pensarci” in italia) o si fanno film da serie tv di successo (“Sex in the city” negli States, “Boris” da noi).
Perché? Perché in questo modo i produttori sanno di poter contar su un successo annunciato o quasi. Chi ama molto un telefilm e nella vita quotidiana utilizza le battute di un personaggio della serie, cita a memoria interi brani o mette nel proprio profilo facebook la foto di Homer Simpson o di Peter Griffin, non vedrà l’ora di vedere i propri eroi anche sul grande schermo. D’altro canto chi avendo amato un film con tutto il cuore non vorrebbe saperne di più sui personaggi? da qui nasce “Boris: il film”.
Intorno a questo povero pesciolino rosso (Boris) ruotano una serie di personaggi che, vi posso assicurare, spesso non sono più folli e incapaci di quelli reali. C’è Rene’ (un bravissimo Francesco Pannofino), regista sempre alle prese con problemi di ogni tipo ma sempre e sinceramente vincente?!?. Poi ci sono i tre sceneggiatori, artisti per hobby, pigri per mestiere, Arianna (Caterina Guzzanti) ed il suo eterno spasimante Alessandro, gli attori cani, i tecnici un po’ coatti e/o un po’ fuori di testa come Biascica e Duccio Patané, il produttore inaffidabile e truffaldino (interpretato da Antonio Catania) e tanti altri…
Il film è abbastanza divertente, si vede che i meccanismi della serie sono molto rodati e che gli attori si conoscono a memoria. A volte si ha l’impressione che i personaggi esistano veramente. Come spesso dico ai miei amici, per fare un prodotto di qualità più che i soldi servono le idee. Anche semplici ma buone. Qui ci sono.