La storia della più influente band del mondo

I Radiohead… mica facile dire cosa rappresentino i Radiohead oggi nel vasto universo musicale. Sono il gruppo più famoso del mondo, no… anche se i quattro concerti che si terranno in Italia la prossima estate, sono andati tutti sold out in meno di una settimana! Sono la Band migliore, forse… secondo la critica che li ha sempre incensati e il pubblico che li ha sempre amati hanno negli anni cambiato la musica come nessun altro gruppo nella storia recente.
Potremmo dire così: i Radiohead sono la band di riferimento della “nostra” generazione o almeno degli ultimi 20 anni. Dopo Beatles e Pink Floyd ora i Radiohead, troppo? Bè mi salvo dicendo che solo il tempo potrà dirlo.

Pablo honeyEppure agli inizi della loro carriera, i Radiohead erano visti come poco più che i fratelli minori del brit-pop del binomio Oasis/Blur. Poi a metà degli anni novanta pubblicarono quello che era il terzo capitolo della loro prima trilogia iniziata con Pablo Honey nel 1993 e proseguita con The Bends nel 1995. Ed ecco che nel 1997 fanno uscire il disco che più d’ogni altro ha segnato il decennio di fine millennio: OK computer.
Il disco della definitiva maturazione, sia musicale che concettuale, che li innalza a ruolo di paladini dell’Alternative Rock mondiale e generazionale.
the bendsLa bravura musicale era già stata apprezzata ampiamente nei due precedenti lavori. Creep, il primo singolo uscito in assoluto della band incluso nel disco d’esordio del 1992 era già diventato un inno planetario. Il disco successivo The Bends racchiudeva già molti di quelli che poi sarebbero divenuti i classici del loro repertorio:Just, High & Dry e Fake Plastic Trees su tutte.
Ma è con OK Computer trovano la perfetta sintesi della loro capacità espressiva. Questo che è visto come un concept album, pur non essendolo propriamente, ha di base lo stesso tema dominante: l’alienazione della modernità. Ed uno stile che fra ballad e canzoni più “rumorose” pervade tutto il disco dal primo all’ultimo minuto. Mostrando una capacità pressoché totale della band di spaziare tri diversi generi.
the bendsGli intermezzi di una voce robotica fanno presagire l’avvento delle macchine e i suoni sempre più elettronici, quello della spersonalizzazione della nostra età moderna. E’ proprio l’uso sempre più marcato dell’elettronica che li smarca dall’etichetta di gruppo prettamente pop o rock, rendendo OK Computer un manifesto della nuova stagione musicale che verrà. I suoni delle chitarre non sono più usati come semplici riempimenti, ma ogni nota è studiata per sembrare cento strumenti differenti. Da qui in poi inizierà una sperimentazione sempre più complessa sul suono e non più sulla struttura, che rimarrà quasi sempre molto classica. Ecco come hanno iniziato ad influenzare il mondo della musica. Divenendo la band musicalmente più influente nel panorama del nuovo rock.

the bendsCon l’inizio del nuovo millennio tutto è pronto per portare la musica del futuro nel presente. Se con la loro prima trilogia i Radiohead avevano mostrato la fine del rock “classico” con la loro sperimentazione dei suoni, ora, quasi costretti dal loro status di icone mondiali, si trovano nella difficile situazione di dover fare qualcosa di nuovo, che possa indicare la via da seguire per il nuovo decennio. Con KID A, primo album di una nuova trilogia, si perdono in una esplorazione di un territorio sconosciuto, quello della loro stessa creatività musicale. Dopo aver valicato il confine con i dischi precedenti, portano il loro suono ad un livello molto più sperimentale. Definendo il ruolo dei computer e dell’elettronica come centrale nel suono che la “nuova” musica dovrà avere. Creano un disco mai sentito prima… creano un vero e proprio suono mai sentito.
Un’altra volta i Radiohead riescono nel fare qualcosa di assolutamente originale e anticipatore ma che allo stesso tempo è qualcosa di attuale. Indicando la via per un nuovo corso a moltissime band che seguiranno.
the bendsIl successivo Amnesiac che esce l’anno successivo, fu registrato nelle stesse session che portarono a KID A. Da alcuni considerato un album di pezzi scartati dal precedente, visto anche la somiglianza e a volte la ripetizione di alcuni temi e brani.
Per i Radiohead stessi invece questo secondo capitolo non è altro che il proseguimento di un lavoro pianificato. Per loro KID A era stato un intro ad un nuovo mondo dal quale neanche loro sapevano bene cosa aspettarsi. Amnesiac la risposta alle domande che il disco precedente aveva generato.
A chiusura della Trilogia dopo altri due anni esce Hail to the thief, che pur essendo parte dello stesso periodo ha un’atmosfera diversa, forse più ottimista ed energica dei due lavori precedenti. Ed ecco che a chiusura di un periodo molto prolifico per la band, (tre album in quattro anni, non è cosa da poco)the bends, decidono di prendersi una pausa ed annunciano che per un po’ non si faranno più sentire. Anche perché con quest’ultima uscita discografica, viene a scadere anche il contratto che avevano con la EMI. Dunque liberi dalla pressione di dover pubblicare un nuovo album si dedicano ad altri progetti. In attesa di capire quale sarà e come attueranno la prossima rivoluzione musicale.

Passano quattro anni di silenzio, nei quali esce il disco solista del cantante Thom Yorke: the Eraser. Che già preannuncia quella che sarà l’ennesima svolta del gruppo. Che arriva nel 2007 con In rainbow. Dove lo stile si fa più minimale e raffinato e si perdono le sfuriate di chitarre e fischi per tuffarsi in canzoni più intimiste e ricercate.
the bendsMa la rivoluzione questa volta non è prettamente musicale. La vera novità è nel metodo di pubblicazione: i Radiohead infatti decidono di pubblicare il nuovo album senza un contratto discografico, rendendolo disponibile il download dei nuovi brani direttamente dal loro sito internet. Non vennero mai diramate le cifre ed i guadagni legati all’album, quindi non è dato sapere se fu una scelta conveniente o meno. Ma fu probabilmente il più grande terremoto che l’industria discografica abbia mai dovuto subire. In pratica i Radiohaed ammettevano che non c’era più bisogno di un etichetta discografica e di una produzione terza. Ma che gli artisti potevano registrare e vendere la propria musica senza passare per intermediari.

Ed eccoci giunti al 2011. Altri quattro anni di silenzio ed ecco arrivare The King of limbs, l’ultimo lavoro di questi cinque ragazzi inglesi che con la loro creatività continuano ad essere un punto di riferimento.
the bendsForse per la prima volta si può dire che il loro disco non sia una rivoluzione, ma piuttosto un provare a collegare e riassumere le miriadi di stili e generi che sono nati negli ultimi anni. Dal Dub-step al glitch… dall electro al post-rock. Pur mantenendo sempre un loro personalissimo stampo, i nuovi brani sembrano copiare e arrangiare quello che oggi è il movimento indie della musica elettronica.
Questo ultimo lavoro è breve, intenso e curato in ogni particolare. Ma probabilmente verrà apprezzato con il tempo. Forse oggi è più difficile rivoluzionare il mondo della musica, data la velocità continua che lo alimenta costantemente.
Ma forse è solo un altro passo nella loro storia, che non ho dubbi porterà ancora a stupirci.