a vent’anni di distanza , cos’è rimasto e cos’è mutato…
Il 24 settembre 1991 usciva nei negozi di dischi (che all’epoca ancora esistevano ), il disco che più di ogni altro ha cambiato e forgiato la scena musicale e la generazione degli anni ’90.
Dal “discusso” genio creativo di Kurt Cobain vengono pubblicate 12 tracce che cambieranno per sempre il il mondo del Rock. Creando un genere o meglio cristallizzando un movimento che già era nato, ma che dopo questo album si consacrerà a modello e genere popolare.
Forse è proprio della trasformazione pop che ora, dopo vent’anni ci si deve soffermare e riflettere. Il Grunge che era nato nelle cantine e nei garage di Seattle dopo l’uscita di Nevermind è stato spinto a genere commerciabile. L’arlternative Rock non aveva mai avuto dei paladini così spendibili per un così grande pubblico. Tornando indietro con la memoria forse solo i Sex Pistols riuscirono a rendere un genere di nicchia un fenomeno tanto pop… per alcuni vendendosi l’anima.
Per i Nirvana fu diverso, la rabbia che urlò la loro musica fu la stessa rabbia di un’intera generazione. Non vendettero soltanto 250 milioni di copie, crearono un’immagine e uno stile. Divenendo delle star. Non solo musicalmente, ma anche il modo in cui si vestivano fu ripreso. I testi delle loro canzoni furono manifesto generazionale e pur non essendo proprio sensate, le parole di Cobain si fecero capire da tutti.
Mettendogli addosso una pressione che non erano certo pronti a sostenere e che forse non avrebbero mai voluto sostenere.
In questi giorni esce un’edizione Deluxe per il ventennale, operazione quantomai discutibile… ma che ci vogliamo fare: si vede che non c’è molto di meglio in giro da far uscire. Tra i quattro cd che compongono il cofanetto ci sono i demotape fatti in preparazione delle registrazioni in studio, con le canzoni ancora in fase embrionale e il primo missaggio del disco. Che verrà poi stravolto da Andy Wallace, che secondo molti e lo stesso Cobain ha completamente rivoluzionato l’idea di base del disco, rendendolo più easy e sgrezzando le sonorità da garage.
Sono infatti evidenti in queste pre-registrazioni i limiti tecnici dei musicisti e il suono che non discostava di molto quello del primo disco: Bleach. Sicuramente la cura per i suoni e i timbri rende Nevermind più “dolce” rispetto all’idea da garage punk di Cobain, ma è stato grazie alla perfezione sonora creata da Wallace se Nevermind è stato ascoltato da così tante persone. Se non non fosse accaduto, forse, avremmo avuto un buon secondo Bleach e forse i Nirvana non sarebbero mai diventati così famosi…