Dopo pochi giorni dal suo sessantesimo compleanno e a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo album, Ivano Fossati ospite a “Che tempo che fa” decide di annunciare che questo suo nuovo disco, sarà anche l’ultimo che produrrà; che il tour che partirà da Milano a fine mese, sarà l’ultimo tour che farà e che si ritirerà a vita privata.
In Italia ha fatto scalpore soprattutto perché qualche mese fa anche il Vasco nazionale aveva annunciato una cosa simile, salvo poi far uscire un documentario sulla sua vita e aprire una pagina Facebook dalla quale pontifica giornalmente e più di prima.
Ivano Fossati per fortuna è di un’altra pasta artistica. Accosterei questo “pensionamento artistico” a quello avvenuto poche settimane fa oltreoceano. I R.E.M. hanno anche loro deciso, dopo anni di vita insieme in giro per il mondo, di ritirarsi dalle scene per mancanza d’idee e di motivazioni.
Sin dal suo esordio con i Delirium a San Remo nel 1972, Ivano Fossati è sembrato un personaggio fuori dagli schemi. Più per spiccate doti artistiche e intellettuali, che non per un atteggiamento. Negli anni ’70/’80 ha creato pagine indimenticabili della musica italiana. Canzoni scritte che spesso lasciava interpretare ad altri artisti: Mina, Mia Martini, Anna Oxa, Loredana Bertè, Patty Pravo, Celentano, Fabrizio De Andrè…
Nella sua carriera oltre alle canzoni divenute ormai inni e conosciute da tutti, ci sono perle di sperimentazione musicale dal jazz alla world music. Produzioni realizzate in giro per il mondo: New York, Londra, Francia… nelle quali il cantautore puro si è divertito a scoprire e a giocare con la musica, per poterla esplorare in tutte le sue forme.
Spesso registrava lui stesso interi dischi, suonando tutti gli strumenti che con il tempo e con l’abilità innata che possiede solo chi è nato per la musica ha. Così è oggi difficile dire che artista sia Ivano Fossati. Non solo un cantautore e autore, ma un fine musicista e un produttore musicale.
Personaggio schivo più per un attitudine che per spocchia o pudica voglia di privacy, cosa che poco si addice agli artisti moderni nostrani, sempre pronti a spararla grossa su qualsiasi cosa. Ma che oggi e in futuro ci mancherà. Ma essendo una persona coerente ancor prima che un’artista coerente, ha candidamente ammesso che in futuro non si vedeva più passionale e voglioso come il pubblico si merita che un’artista sia.
Tanto di cappello. Ci mancherà…
Ecco una breve lista dei “grandi classici” per i nostri lettori più giovani che magari non lo conoscono ancora:
1. Jesahel
2. Pensiero Stupendo
3. La mia banda suona il Rock
4. La costruzione di un amore
5. Non sono una signora
6. La musica che gira intorno
7. Una notte in Italia
8. Le notti di Maggio
9. La canzone popolare
10. Panama