Un gruppo italiano da “bere” tutto d’un fiato
Spesso i gruppi italiani che fanno musica “troppo” buona e cantano in inglese non vengono presi molto sul serio in Italia. La critica li esalta ma essi hanno sempre un pò di difficoltà a raggiungere la notorietà. Un po’ perché non capendo i testi il pubblico italiano non riesce ad entrare in contatto con il loro mondo, un po’ perché musica così buona e testi in inglese stanno davvero stretti alla scena nostrana. Per questo, spesso, questo genere di gruppi diventa famoso prima all’estero e poi (a volte marginalmente) anche in Italia.
I Drink to me sono in giro da parecchio ma solo in pochi amanti della buona musica attenti a tutto quello che succede intorno ne avevano sentito parlare. Ora, dopo anni di gavetta in giro per locali e festival, hanno pubblicato un disco che è perfetto per i tempi e modi in cui la scena musicale italiana sta mutando.
Molti altri gruppi italiani stanno trasformandosi in gruppi “stranieri”, gli Aucan, i Father Murphy, prima di loro i Motel Connection, i Disco Drive… Finalmente la scena musicale italiana si sta aprendo all’Europa, in ritardo certo rispetto ad altri paesi, ma con un ottimo bagaglio d’idee e di professionalità.
Non sarà certo facile sfondare, ma nella società globalizzata in cui viviamo è una speranza in più per le nuove band quella di poter avere esempi di band che riescono a conciliare la loro provenienza con le influenze musicali del mondo, per poi trovare un proprio stile ed esprimere le proprie idee artistiche, ottenendo riconoscimenti (anche) all’estero.
Questo “S” è un disco piacevolissimo e fresco, solo apparentemente “giovanilistico”. Tutto è studiato fin nel minimo dettaglio, i ritmi e i suoni sono curati con estrema ricercatezza. I campionamenti che danno colore ai brani sono il frutto di un ottimo lavoro di costruzione musicale e ricerca. Anche se il risultato è un ultrapop molto orecchiabile, il disco potrebbe essere suonato in una discoteca ma anche in un locale indie.
Vi consiglio di guardare il video del loro primo singolo per farvi un’idea più chiara: Future Days.