Il miglior album dell’anno (finora)?
Arrivando subito al dunque: Swing Lo Magellan è il miglior disco dell’anno. Bello, Bello e ancora Bello!
Imparagonabile a nessun album prodotto in questi mesi. Anche se è uscito solamente quest’estate (a luglio), è bastato soltanto qualche ascolto per capirne il valore e la qualità. Il perché è semplice: suona come un qualcosa di completamente nuovo, pur rimanendo e muovendosi all’interno della tradizione del folk/rock americano. Gli arrangiamenti sono studiati e non sempre al primo ascolto riescono ad essere incisivi, ma più lo si sente e più cresce la voglia di riascoltare ogni singolo brano per molte volte di seguito.
I Dirty Projectors hanno un’alchimia unica e perfetta, una loro idea di musica che si svincola da ogni altra senza per questo diventare estrema. Swing Lo Magellan è il frutto di un intenso anno di lavoro di registrazione e produzione fatte a New York dal frontman, David Longstreth. Con questo lavoro lo stile compositivo della band cambia un po’ rispetto agli standard precedenti, risultando più dolce e ricercato. Magari la svolta è anche dovuta alla loro collaborazione di un paio di anni fa con Bjork per il progetto “Mount Wittenberg Orca“, che li vedeva al fianco della cantante islandese nella produzione di un EP. Il cui ricavato è stato donato alla National Geographic Society per la salvaguardia della flora e della fauna marina.
Forse quest’incontro li ha incoraggiati alla sperimentazione di una vocalità più estrema e ricercata, che è poi la caratteristica del nuovo album che mi piace di più, che dà vita ad un uso intenso dei cori, a mo’ di Gospel o addirittura a cappella. I Dirty Projectors potrebbero tranquillamente rappresentare un genere per conto loro. La costruzione delle canzoni sembra più data dall’improvvisazione “controllata” di un gruppo Jazz, che non il frutto di un lavoro di composizione “a tavolino”, pensato per un ascolto pop. Il risultato è una spontaneità produttiva che ha dell’incredibile. Una vera ventata di primavera, molto salutare in vista del freddo inverno che ci attende.
Ripeto: Bello, Bello e ancora Bello!