Cos’è e da dove arriva la più importante di tutte le leggi

I Ministri giurano sulla Costituzione, i manifestanti sfilano in difesa della Costituzione, “la Costituzione non si tocca”… ma che cos’è in definitiva la Costituzione? Immaginiamo che dire che sia “la carta fondamentale di uno Stato” non vi dica nulla. Vediamo allora, con qualche esempio e in parole semplici, di capire di cosa si parla nei Tg che i genitori guardano accanitamente, e di cui discutono a volte fino al rischio di arrivare alle mani.

La Costituzione è la più importante di tutte le leggi, il testo su cui si fondano i diritti e i doveri dei cittadini e l’organizzazione dello Stato. Un po’ come le regole in uno sport, essa indica chi sono i giocatori, come si gioca, quali sono le mosse che si possono fare e quelle vietate, come ci si organizza per giocare.

La Costituzione, storicamente, è nata per garantire i diritti fondamentali dei cittadini, che dovevano proteggersi nei confronti degli abusi del potere. La inventarono i nobili inglesi, che nel lontano 1215 ottennero dal loro Re, Giovanni Senzaterra, la Magna Charta (“la grande carta”), la madre di tutte le Costituzioni, con alcune regole ancora oggi attuali: nessuno può essere imprigionato senza prima essere processato, le pene devono essere proporzionate al reato commesso, nessuna tassa può essere imposta senza il voto favorevole del Parlamento, anche il Sovrano è tenuto a rispettare la Legge. Solo che questa Magna Charta valeva solo per i nobili e gli ecclesiastici, e non ancora per la gente comune, che ancora per secoli sarebbe rimasta senza alcuna tutela.

Molto tempo è passato da allora. Nel frattempo la Costituzione è sbarcata dapprima negli Stati Uniti, che ne scrissero e adottarono una dopo aver conquistato l’indipendenza dalla Gran Bretagna, e dopo pochi anni è arrivata in Europa, all’epoca della Rivoluzione Francese, con la famosa Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789.

La differenza tra Inglesi e Francesi? Mentre la Magna Charta garantiva solo le classi più ricche, i rivoluzionari francesi vollero affermare il principio di uguaglianza per tutti: “Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti”. “Liberté, égalité, fraternité”, del resto, sono le parole d’ordine di quella Rivoluzione.

Dopo questi eventi, le Costituzioni si diffusero in Europa, prima con Napoleone e poi sotto la spinta delle rivoluzioni del 1848, e dopo la Seconda Guerra mondiale in quasi tutto il mondo progredito. A differenza della Costituzione Inglese, rimasta in gran parte basata sulla “consuetudine”, che tutti rispettano senza bisogno di avere un testo scritto, le altre Costituzioni sono invece scritte: vi è dunque un documento, adottato con modalità solenni, e questo documento, di solito composto da un preambolo e da una serie di articoli, è la Costituzione.

La prima Costituzione italiana fu lo Statuto Albertino, che Re Carlo Alberto di Savoia fu costretto a concedere, visto il clima rivoluzionario, proprio nel 1848, ai sudditi del Regno di Sardegna. Quando, nel 1861, Vittorio Emanuele II divenne Re d’Italia, dopo la Seconda Guerra d’Indipendenza e la spedizione dei Mille, lo Statuto fu semplicemente esteso al nuovo regno.

Lo Statuto Albertino sarebbe durato cento anni – durante i quali finì spesso per essere violato (come durante la dittatura fascista) -, fino al 1° gennaio 1948, quando è entrata in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, che dunque ha appena tagliato il traguardo del 64esimo compleanno: una bella età, decisamente, di cui però non avverte il peso.

Già, perché a dispetto dell’età la nostra è una Costituzione sana e robusta, come si suol dire a proposito della forma fisica di alcune persone in buona salute.

Costituzione della Repubblica Italiana

 

Articolo redatto da Elena Filicori e Rino