Come smentire l’errata comunicazione riguardo i grandi carnivori in Friuli
Riceviamo e pubblichiamo un articolo frutto del lavoro di ricerca di alcuni studenti della scuola Bearzi di Udine sul rapporto tra uomo e animali.
Molti articoli pubblicati sui più comuni mezzi di informazione riportano, a volte, dati sbagliati riguardanti i grandi carnivori del Friuli Venezia Giulia. Quasi sempre queste informazioni non rispecchiano, infatti, la realtà e convincono le persone che questi sono animali cattivi, feroci, che fanno del male quando in realtà sono delle importanti risorse per la nostra natura.
I grandi carnivori, tra i quali l’orso, il lupo, la lince e lo sciacallo, hanno da sempre scatenato nell’uomo molta paura, ma allo stesso tempo grande rispetto e ammirazione. Nell’antichità venivano venerati per questo; sono animali imponenti (pensiamo all’orso) e maestosi che suscitano soggezione o comunque un sentimento contraddittorio.
In realtà, gli orsi in particolare, non sono affatto cattivi, anzi molto più timidi di quanto noi pensiamo; non sono feroci, basta lasciarli nel loro habitat e non disturbarli. Se noi per caso dovessimo mai imbatterci in un orso passeggiando per i boschi (cosa molto rara perché ci fiutano prima che noi possiamo vederli) basta continuare a camminare senza mettersi ad urlare e a correre. L’unico momento in cui gli orsi possono essere pericolosi è quando ci sono di mezzo i loro cuccioli.
L’avvistamento di un lupo, di un orso bruno o di una lince è un avvenimento molto raro ed entusiasmante. Molti media fanno credere che l’incontro tra un uomo e un orso provochi aggressioni e ferimenti, ma il gruppo di ricerca capitanato dal professor Stefano Filacorda, dell’Università degli Studi di Udine, che si occupa proprio dei grandi carnivori in Friuli Venezia Giulia con particolare attenzione all’orso, può ben testimoniare il contrario.
Le testimonianze degli ultimi 160 anni tra Trentino Alto Adige ed Abruzzo non riportano alcun incontro tra uomo e orso che abbia provocato aggressioni, ad eccezione di pochissimi animali feriti da cacciatori di passaggio. Anche sulle Alpi, alcuni dati ci mostrano una situazione molto simile. A partire dalla ricomparsa dell’orso in Austria, sono stati riportati circa 500 incontri tra l‘uomo e il mammifero senza che si sia verificato alcun episodio di aggressione o ferimento.
I grandi carnivori, sebbene abbiano una robustezza ed una forza fisica che basterebbe per uccidere un uomo, sono animali riservati e paurosi, soprattutto nei confronti dell’uomo, che per secoli ha simboleggiato il più grande pericolo per questi grandi carnivori. Normalmente avvertono la nostra presenza con un olfatto e un udito molto sviluppato, e si allontanano per evitando l’incontro senza far percepire a nessuno la loro presenza. Non dobbiamo dunque avere paura di questi animali, ma considerarli come un tesoro; sono mammiferi che rischiano di sparire dalle nostre montagne. Forse se non ce ne rendiamo conto, ma i grandi carnivori sono un indicatore per misurare la biodiversità di un ambiente, una caratteristica preziosa che il Friuli Venezia Giulia può vantare.
Sofia Petris
Istituto salesiano G. Bearzi, Udine