Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato“. E’ scritto nell’articolo 33 della Costituzione italiana, il testo fondante del nostro attuale ordinamento democratico nazionale. Significa che tutti, siano essi enti o semplici cittadini, hanno diritto di fondare delle scuole private ma senza che ciò comporti delle spese per lo Stato.

Da quando, però, nel 1998, nel nostro Paese sono state introdotte nuove leggi in materia di scuole private è diventato più facile per questi istituti attingere a finanziamenti pubblici. Si è creato così un dibattito tra coloro che ritengono questi finanziamenti in contrasto con il dettato costituzionale e coloro che ritengono ammissibili tali aiuti economici. In particolare, gli ultimi governi hanno aumentato il flusso di aiuti erogati alle scuole private. Per rimanere all’attualità, anche il testo provvisorio della Legge di Stabilità (che recentemente ha sostituito la vecchia legge Finanziaria con cui si decide in che modo spendere i soldi dello Stato nell’anno successivo) prevede corposi finanziamenti alle scuole non statali: 242 milioni di euro, più altri 20 milioni per le università non statali legalmente riconosciute e 150 milioni per il diritto allo studio. D’altro canto, lo stesso provvedimento (ancora non approvato in via definitiva dal Parlament0) prevede un taglio di almeno 1.000  tra bidelli e segretari nella scuola pubblica. Questo taglio rappresenta un’ulteriore tappa del percorso di riduzione di risorse destinate alla scuola pubblica previsto dalla riforma del ministro Gelmini.

Ma tali scelte fanno davvero gli interessi di tutti? Non c’è il rischio che questi tagli possano essere dannosi per il sistema Paese, se è vero che compito della scuola pubblica è anche quello di selezionare la migliore classe dirigente del futuro, come sosteneva, già nel 1950, Pietro Calamandrei in un suo famoso discorso? La domanda non è infondata, almeno a giudicare dallo studio condotto dagli esperti del sito lavoce.info, che hanno messo a confronto i risultati ottenuti ai test PISA nel 2006 dagli studenti di scuola pubblica con quelli ottenuti dagli studenti di scuola privata.

test pisa (dal sito lavoce.info)

I test Pisa (acronimo di Programme for international student assessment) rappresentano uno standard internazionale utilizzato per valutare con periodicità triennale il livello di competenze dei quindicenni dei principali paesi industrializzati. Dal confronto emerge chiaramente come gli studenti delle scuole private hanno un livello di competenze acquisite nettamente inferiore a quello degli studenti delle scuole pubbliche sia nelle conoscenze matematiche, sia nella comprensione del testo, sia nelle competenze scientifiche.

C’è da dire che, a parte il confronto, i risultati di questi test sono generalmente piuttosto deludenti per gli studenti italiani. L’Italia, nel 2009, con un punteggio medio di 486, si è posta infatti al di sotto della media dei paesi OCSE, che è stata di 493. Tra i paesi Ocse, la Corea (539) e la Finlandia (536) hanno raggiunto il punteggio più elevato. Mentre la media più alta in assoluto è stata ottenuta dagli studenti della provincia cinese di Shanghai (556). In linea con la media si sono collocati: Usa, Svezia, Germania, Francia, Danimarca, Regno Unito, Ungheria e Portogallo.

Molto marcate, poi, nel nostro Paese, le differenze regionali: gli studenti più preparati sono quelli del Nord Ovest (511) e del Nord Est (504), poi vengono quelli del Centro (488) e infine quelli del Sud (468) e delle Isole (456), che sono sotto la media italiana e sotto quella Ocse. Altro dato interessante da sottolineare è la differenza tra i generi: le ragazze sono sistematicamente più brave dei ragazzi, in ogni tipo di scuola e rispetto a ciascun tipo di prova.

Migliorare la scuola e farla funzionare meglio, formando studenti più competenti, significa migliorare anche il nostro futuro, perché è proprio sui banchi di scuola che in buona parte questo si costruisce. Perché allora non investirci più risorse e più cura? L’immagine in alto della famosa Torre di Pisa ci ricorda, con la sua inesorabile pendenza, che la strada per la retta via è ancora lunga…