Un pericolo per la nostra salute.
Ecco a voi un articolo di Giulia (12 anni, seconda media) sull’inquinamento dei nostri mari, scritto per il Laboratorio di Giornalismo Prove di Volo, in corso a Padova.
Il Mediterraneo impiega circa 70 anni per il ricambio totale delle acque, prima riusciva ad assorbire i rifiuti grazie a speciali batteri, ora purtroppo è come soffocato dall’inquinamento ed è diventato più difficile smaltire i rifiuti.
Gli aspetti più visibili di questo problema sono gli incidenti delle petroliere o le attività illegali di scarico dei rifiuti in mare ma nonostante ciò l’inquinamento marino è dovuto principalmente ad altre fonti, quali città costiere prive di depuratori che scaricano le acque sporche nei fumi o nei mari vicini, industrie che rilasciano le sostanze chimiche nell’aria o nei sistemi idrici o più semplicemente i rifiuti che tutti noi bagnanti lasciamo sulla spiaggia. Uno degli agenti più pericolosi è la plastica; ne vengono prodotte 10.000.000 di tonnellate all’anno e il 10% di questa finisce in mare. Di questo 10% il 20% viene gettato dalle barche e l’80% dalla terraferma. Il problema principale è dato dal fatto che la plastica non è un materiale biodegradabile e se rilasciata in mare vaga trasportata dalla corrente e si accumula nei luoghi dove la marea è quasi inesistente e dove i venti sono bassi.
Nel Pacifico del nord per esempio si trova un vortice perenne che ruota lentamente in senso orario, in quella zona i venti sono deboli e i rifiuti tendono ad accumularsi al centro di questa spirale; la concentrazione è tale che vi sono sei chili di plastica per ogni chilo di plankton, che ricoprono una superficie grande quanto il Texas.
articolo molto interessante come sempre tra l’altro…. la cosa chi mi ha colpiti di piu è stata quella del vortice perenne che per sei chili di plastica sono sei chili di plankton una cosa sbalorditiva nn me lo sarei mai aspettato …… 🙂